VIAGGIO NEL DNA DELLE ORGANIZZAZIONI

Le teorie classiche(r)

 

 

 

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 Le teorie classiche possono essere catalogate in tre aree:

bulletla teoria scientifica del lavoro
bulletla teoria della direzione amministrativa
bulletla teoria burocratica.

  La teoria dell’organizzazione scientifica del lavoro.

Il termine è stato coniato da Brandeis nel 1910.

Taylorismo e teoria dell’organizzazione scientifica del lavoro fanno parte della stessa scuola di pensiero e spesso sono utilizzati come sinonimi.

  Il Taylorismo.

  La teoria di Taylor (F.W. Taylor 1856-1915) si basa sui seguenti principi:

bulletconcentrare tutta l’attenzione dell’Impresa sull’incremento del surplus piuttosto che sulla suddivisione dello stesso
bulletsostituire sempre e comunque i tempi e metodi di lavoro alle opinioni
bulleteliminare tutte le cause che impediscono un’elevata produttività e più precisamente:
bulletl’errata opinione che l’aumento di produttività porterebbe ad una riduzione dei posti di lavoro
bulletl’abitudine a far finta di lavorare
bulletl’uso dell’empirismo piuttosto che dei metodi.

L’organizzazione scientifica del lavoro.

  Il principio base che guida l’organizzazione scientifica del lavoro consiste nel trasformare il modo di fare organizzazione in scienza.

 Ciò deve avvenire, secondo Taylor attraverso:

bulletlo sviluppo della scienza
bulletla selezione e l’addestramento scientifico dei lavoratori
bulletl’integrazione fra scienza e lavoratori
bulletl’intima e costante collaborazione fra direzione e lavoratori.

La scienza si sviluppa attraverso il reperimento di dati empirici e la creazione di standard per la pianificazione, lo svolgimento ed il controllo delle attività lavorative.

 Tali standard sono creati ed applicati per tramite delle seguenti linee guida:

bulletcampionatura di un numero adeguato di modalità empiriche
bulletscomposizione e studio del lavoro nelle sue operazioni e movimenti elementari
bulletmisurazione degli atti lavorativi ed individuazione dei tempi ottimali (tempi standard)
bulleteliminazione degli atti ridondanti, inefficaci, inefficienti, inutili
bulletstudio e standardizzazione delle apparecchiature utilizzate
bulletadozione delle modalità più rapide e ricomposizione delle operazioni e dei movimenti elementari in operazioni complesse più efficaci ed efficienti
bulletindividuazione ed ottimizzazione dei carichi di lavoro con conseguente ridefinizione e ridistribuzione degli organici.

 

Devono inoltre essere affrontate in modo altrettanto scientifico le problematiche inerenti la selezione, l’addestramento e la retribuzione del personale.

  La teoria della direzione amministrativa.

  Il termine è stato coniato da March e Simon (1958).

 L’iniziatore di tale teoria è individuabile in Fayol (1841-1925).

 Può essere individuato un filo conduttore fra la teoria dell’organizzazione scientifica del lavoro e la teoria della direzione amministrativa: il fatto che questa pur facendo riferimento alle funzioni in modo prevalente detta dei principi che in ogni caso devono basarsi su di un metodo scientifico.

 I punti fondamentali su cui tale teoria è basata sono:

bulletla funzione direzionale è importante come quelle tecniche
bulletla funzione direzionale può essere appresa attraverso specifici programmi di formazione
bulletè necessario che sia elaborato un codice direzionale a cui devono far capo una serie di principi.

La funzione direzionale si occupa di prevedere, organizzare, comandare, coordinare e controllare.

E’ caratteristico il fatto che tale funzione è universale poiché è proprio indistintamente di tutte le Organizzazioni ed è diffusa nel senso che interessa, anche se in maniera diversa, tutti i dipendenti dell’Organizzazione e non solo i suoi vertici.

 Per quanto riguarda i principi, questi possono essere così riassunti:

  1. divisione del lavoro — definisce la parcellizzazione in compiti degli obiettivi e delle attività
  2. autorità e responsabilità — riflette il diritto di comandare, il potere di farsi obbedire, il dovere di decidere nella tutela e nel rispetto degli obiettivi assegnati
  3. disciplina — riflette l’adozione dei comportamenti richiesti dal rapporto impresa-dipendenti (obbedienza,assiduità, lavoro, …..)
  4. unità del comando — sottolinea la necessità che il comando  è unico e quindi non deve esistere ambiguità sulla esecuzione dell’ordine impartito
  5. unità di direzione — rappresenta il requisito di base affinché sia rispettato il principio precedentemente esposto e impone che un insieme di operazioni rivolte ad un determinato scopo vedano un unico capo ed un unico programma
  6. subordinazione degli interessi particolari all’interesse generale — impone che non sia penalizzato l’interesse della collettività per quello dei singoli
  7. retribuzione del personale — deve risultare equa e soddisfacente
  8. accentramento — rappresenta il livello di potere di ogni individuo e le deleghe conferite
  9. gerarchia — rappresenta il livello di dipendenza fra le strutture e quindi l’iter che devono seguire le comunicazioni formali
  10. ordine — comprende l’ordine materiale (un posto per ogni cosa ed ogni cosa al suo posto) e quello sociale (un posto per ogni persona ed ogni persona a suo posto)
  11. equità — rappresenta la giustizia e la stima che l’Organizzazione esercita sui dipendenti
  12. stabilità del personale — è l’esigenza di limitare la mobilità interna e verso l’esterno del personale per trarre vantaggio dall’esperienza acquisita e dalla formazione professionale
  13. iniziativa — consente all’Organizzazione di evolversi attraverso l’espressione dei singoli in termini di azioni ed idee nei limiti dei compiti e degli obiettivi assegnati
  14. unione del personale — rappresenta l’armonia ed il clima esistente all’interno dell’Organizzazione questa è agevolata da uno stile di comando adeguato orientato all’integrazione ed al corretto utilizzo delle risorse piuttosto che alla divisione.

   La teoria burocratica.

  Il riferimento principale di tale teoria è Weber (1864-1920) ed il modello burocratico da questi ideato.

 La teoria si basa sui concetti di potere e d’autorità e su come questi possono essere affermati sulla collettività.

 Il potere è espresso da qualsiasi possibilità di far valere in un contesto sociale, anche alla presenza d’opposizione, la propria volontà.

 L’autorità invece consiste nella possibilità per un comando di trovare obbedienza da parte di un gruppo d’individui.

 Ciò che distingue potere ed autorità è la legittimazione al comando.

 La burocrazia rappresenta l’apparato amministrativo per l’esercizio dell’autorità legale.

 Le caratteristiche della burocrazia sono le seguenti:

  1. divisione del lavoro discilplinata e coordinata in funzione delle competenze
  2. dipendenza gerarchica delle unità organizzative tramite un rigido sistema di subordinazione
  3. sistema di regole generali finalizzate a garantire uniformità, continuità e stabilità nell’attività
  4. impersonalità nelle relazioni interne ed esterne e quindi spersonalizzazione dei problemi e delle situazioni
  5. il lavoro è una professione fondata sulla qualificazione, le prestazioni e l’esperienza.
 

 

 

 

 

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