VIAGGIO NEL DNA DELLE ORGANIZZAZIONI Le teorie organizzative(r)
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Ciò è fondamentale per comprendere sia i contributi dati dalle varie scuole di pensiero, sia per ricercare le basi della teoria che ci stiamo apprestando a proporre. Il nostro obiettivo, infatti, non riguarda le teorie organizzative e la loro evoluzione fino ad oggi, né focalizzare l'attenzione sugli approcci più utilizzati, ma creare le basi per un nuovo approccio concettuale, metodologico e sistemico che porti alla decodificazione degli elementi componenti il Corporate Genoma ed alla loro applicazione ai sistemi informativi necessari alle Organizzazioni per rappresentare e quindi gestire il proprio modello organizzativo. Affrontare quindi il problema anche singolarmente pianificando le fasi necessarie alla sua soluzione è di per sé organizzazione. Nel momento stesso in cui l’entità del problema sovrasta la capacità del singolo individuo e si vuole in ogni caso risolverlo nasce la consapevolezza che questo può avvenire solo attraverso la pianificazione di attività svolte in modo coordinato da una collettività di individui. L’Organizzazione nasce quindi come la ricerca delle modalità di coordinamento d’attività specializzate sulla base della divisione del lavoro che occorre svolgere per raggiungere un certo obiettivo. Le teorie organizzative sono il risultato ottenuto a fronte di ricerche svolte nel corso della storia dell’uomo per conseguire tale traguardo. Possiamo affermare che queste si sono sviluppate in modo spontaneo focalizzando di volta in volta l’attenzione sui seguenti aspetti:
Da qui discendono tre tipi di approcci che sono stati condotti nel tempo, secondo la percezione che gli addetti all’organizzazione avevano del problema. Il primo tipo d’approccio, definito oggettivo, considera l’organizzazione come la risultante di fatti oggettivi sempre misurabili e quantificabili dove l’individuo è ridotto ad un operatore logico di una funzione massimizzante finalizzante allo scopo ed alla missione della stessa. In tale approccio è fondamentale l’importanza di politiche e tecniche per la gestione dei processi organizzativi atte a minimizzare i contributi degli individui e delle loro specificità. Il secondo tipo d’approccio, definito soggettivo, tende a valorizzare il contributo degli individui che condizionano pesantemente l’organizzazione poiché questa assume forma e sostanza in funzione delle risorse che la compongono. Tale modello porta ad un notevole livello di responsabilizzazione delle risorse e all’identificazione delle stesse con l’organizzazione. Naturalmente tale personalizzazione dell’organizzazione comporta una forte dipendenza dagli individui ed una minima flessibilità in termini di ricambio delle risorse. L’approccio interattivo cerca di trovare un equilibrio fra quello oggettivo e quello soggettivo. Questo considera una serie di variabili come oggettive in quanto dipendono solo dal contesto, sono misurabili e quantificabili, un’altra, legata agli individui ed ai gruppi collettivi, che non si presta ad essere misurata e quantificata. Una teoria, rispetto ad un’altra, può affrontare di più un aspetto piuttosto che un altro ma è sicuro che non può trattarlo come a sé stante e non tenere conto delle correlazioni che esistono fra le varie entità coinvolte. A seguire cercheremo di riassumere le teorie più importanti partendo da quelle classiche per arrivare alle evoluzionistiche. Tale percorso, è importante per gli obiettivi che ci poniamo poiché ogni teoria o approccio ha dei concetti che sono di per sé validi ed attuali, anche se spesso sono o troppo generali o troppo particolari per essere utilizzati secondo una concezione olistica ed ecologica dell’organizzazione. In ogni caso, molti dei concetti riportati sono sicuramente utili come base di supporto e sostegno alle idee che intendiamo proporre attraverso il seguente testo. |
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