VIAGGIO NEL DNA DELLE ORGANIZZAZIONI Il mantenimento(r)
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Durante la
formazione dell' organismo, le cellule embrionali staminali generano
cellule progressivamente sempre più differenziate, tra cui le cellule
staminali tessuto-specifiche o somatiche, in questo caso fetali.
Il compito di queste ultime durante i successivi mesi di vita fetale è quello
di generare le cellule mature del tessuto in cui risiedono, partecipando
così al suo accrescimento, fino al raggiungimento del pieno sviluppo
dell'organismo. Oggi è possibile isolare, dal nodo embrionale della blastociti, e coltivare in vitro le cellule embrionali staminali, dando origine a linee cellulari che possono essere conservate per anni e spinte a differenziare in cellule appartenenti a tessuti specifici tramite esposizione a diversi tipi di stimoli. In linea teorica, le cellule embrionali staminali possono quindi ricapitolare in coltura il pattern di sviluppo e di differenziamento che presentano nell'organismo in toto. Al termine
dello sviluppo dell'organismo, il numero di cellule staminali somatiche
declina gradualmente e si stabilizza sui valori che si ritrovano in età adulta.
A questo punto, le cellule staminali somatiche acquisiscono altre
importanti funzioni fisiologiche, finalizzate al mantenimento dell'integrità
strutturale e funzionale dei tessuti. Ciò
avviene grazie alla capacità di queste cellule di sostenere il ricambio delle
cellule danneggiate o andate distrutte in un tessuto in seguito a patologie di
diversa origine e natura. Anche le cellule
staminali somatiche possono essere coltivate ed espanse in vitro, dando
origine in alcuni casi specifici a vere e proprie linee cellulari che
presentano la caratteristica di essere già specializzate a generare cellule
mature del tessuto di origine. In realtà,
si è recentemente scoperto che il ventaglio di possibilità di differenziamento
accessibile alle staminali somatiche è sorprendentemente più ampio di
quello che si supponeva. Riassumendo,
quindi, sia le cellule staminali embrionali sia le somatiche adulte
possono essere coltivate, espanse e differenziate così da ottenere cellule in
abbondanza, da impiegarsi in diverse terapie basate sulla "sostituzione
cellulare". E' ormai
noto come fenomeni di ricambio cellulare avvengano continuamente in molti
tessuti maturi. Infatti, le cellule differenziate che compongono un tessuto
muoiono in seguito a fenomeni fisiologici di invecchiamento o a causa di eventi
patologici e vengono sostituite da nuove cellule mature. Questa capacità
rigenerativa che si mantiene anche nelle fasi tardive della vita adulta é
legata alla esistenza delle cellule staminali somatiche. Queste
possiedono caratteristiche funzionali peculiari che permettono loro di espletare
questa funzione vitale e che le distinguono nettamente dalla loro progenie, le cellule
differenziate, le quali sono invece deputate a svolgere la funzione
specifica del tessuto di appartenenza - conduzione di impulsi nervosi nel
cervello, contrazione nei muscoli, funzioni metaboliche nel fegato e così via. Le cellule
staminali sono soprattutto riconoscibili per la loro peculiare capacità
di autorinnovarsi, o automantenersi, in maniera teoricamente illimitata. In termini
pratici, l'automantenimento sottintende la capacità di una singola cellula,
o di una popolazione cellulare, di perpetuare sé stessa indefinitamente, o
almeno per tutta la durata della vita dell'organismo a cui questa appartiene.
Nei
vertebrati il numero di cellule staminali all'interno di un determinato
compartimento è regolato a livello di popolazione cellulare e l'automantenimento
implica la capacità di una popolazione staminale di mantenere inalterato il
numero delle cellule che la compongono. Questo
avviene poiché le cellule staminali sono in grado di effettuare
divisioni simmetriche in cui le due cellule figlie che sono generate sono
identiche tra loro e alla madre (divisione simmetrica espansiva) o, in
alternativa, identiche tra loro ma diverse dalla cellula madre staminale - sono
cioè cellule più differenziate, dette progenitori (divisione simmetrica
differenziativa). L'automantenimento
è ottenuto grazie allo stabilirsi di un perfetto equilibrio numerico tra i due
tipi di divisione simmetrica che hanno luogo all'interno della popolazione
staminale nel suo insieme. Se questo
sistema permette di fare sì che il numero di cellule staminali si
mantenga costante alla fine di ogni generazione cellulare - poiché viene
generato un numero di cellule staminali pari a quello che si è diviso -
esso offre inoltre l'enorme vantaggio di potere aumentare o diminuire il
numero di cellule staminali all'interno di un tessuto nel caso questo
divenisse necessario quando alcune cellule staminali fossero andate distrutte ed
il loro numero fosse in calo, o in seguito a una eccessiva proliferazione che ne
avesse inaspettatamente aumentato il numero. Altra
proprietà imprescindibile, caratteristica fondamentale delle cellule
staminali, è la multipotenzialità, ovvero la capacità di dare
luogo a una progenie differenziata comprendente tutti gli stipiti cellulari
tipici del tessuto di residenza. Il fenomeno
di genesi delle cellule differenziate a partire da cellule staminali
avviene attraverso il graduale restringimento della capacità di proliferazione
e automantenimento della loro progenie. In pratica,
le cellule staminali somatiche danno origine a cellule intermedie
che, nel loro insieme, costituiscono il cosiddetto compartimento dei
progenitori di transito, cellule più differenziate rispetto alle staminali
ma che mantengono la capacità di proliferare per un numero limitato e
predeterminato di cicli mitotici, generando alla fine un elevato numero di cellule
differenziate. Da una
singola divisione di una cellula staminale, grazie al compartimento di
transito, vengono generate numerosissime cellule differenziate. Tale
meccanismo consente la produzione di un consistente numero di cellule mature
a fronte di un numero di divisioni delle cellule staminali estremamente ridotto.
In
questo modo, il patrimonio genetico delle cellule staminali risulta protetto dal
rischio di mutazioni che potrebbero accumularsi durante la replicazione del DNA
che ha luogo ad ogni divisione cellulare. L'esistenza
di compartimenti cellulari multipli e gerarchicamente definiti, inoltre,
permette di regolare la produzione di cellule mature,
sia variando la velocità di proliferazione e la modalità di divisione
all'interno del compartimento staminale, sia modulando la lunghezza di ciclo e
il numero totale di divisioni nella popolazione di transito. Si crea così
un sistema di regolazione altamente integrato e flessibile, che
consente di rispondere agli stimoli regolatori presenti nel tessuto ed è in
grado di soddisfare le esigenze di ricambio cellulare spesso molto diverse che
si presentano in un organo o tessuto nell'arco della vita adulta. Quindi, il
processo che accomuna tutti i compartimenti staminali somatici e la loro
funzione di omeostasi tessutale può essere riassunto come un fenomeno
dinamico in cui da una popolazione altamente immatura e a elevato potenziale
proliferativo, che risiede negli strati profondi di un tessuto, si arriva alla neogenesi
di cellule terminalmente mature e scarsamente o per nulla proliferanti che
risiedono negli strati più esterni, passando attraverso la formazione di
stipiti cellulari di transito con caratteristiche intermedie. |
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