VIAGGIO NEL DNA DELLE ORGANIZZAZIONI Corporate Genetics(r)
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Un concetto ecologico ed olistico di modello organizzativo. Comprendere il comportamento delle Organizzazioni, del loro intimo funzionamento e di come questo condizioni l’ambiente o sia da questo condizionato non è cosa semplice. Le Organizzazioni, infatti, indipendentemente dal fatto che siano profit o no profit sono composte da elementi (organici o inorganici), a loro volta organizzati in strutture complesse, che interagiscono in modo coordinato ed intelligente come un’unica entità. Ciò può avvenire soltanto se i comportamenti di tali elementi sono finalizzati e regolamentati attraverso degli schemi (patterns) che possano guidarli verso gli obiettivi e supportarli nello svolgimento dei compiti. Nelle Organizzazioni il livello di complessità è notevole, i singoli elementi componenti, il più delle volte, non conoscono né il funzionamento dell’intero sistema, né la totalità degli obiettivi, eppure il loro comportamento è talmente sincronizzato e sinergico da dare l’impressione che queste abbiano un’intelligenza propria un proprio modo di essere e di esistere. Ciò avviene nonostante che in un’Organizzazione non esista un cervello unico, ma un insieme d’intelligenze distribuite che operano in modo armonico. In campo musicale una sinfonia è interpretata da un’orchestra nel suo complesso; questa sotto la guida di un direttore, coordina intelligenze, vocazioni e strumenti verso un unico risultato: l’armonia dei suoni e la trasposizione nell’immaginario delle note. Naturalmente, in funzione delle interpretazioni e delle capacità delle singole orchestre, si otterranno risultati diversi che possono portare al successo di quella specifica Organizzazione o alla sua scomparsa. Ma alla fine cosa rimane di una melodia? La risposta è semplice; lo spartito, ovvero il linguaggio attraverso il quale gli uomini e gli strumenti sono riusciti ad armonizzare i loro comportamenti per ottenere successo attraverso il consenso del pubblico. Ma cos’è lo spartito se non uno schema per il cui tramite, l’autore ha registrato il frutto del proprio ingegno perché questo possa vivere, se possibile, in eterno? Lo stesso avviene per le tecnologie che vengono descritte attraverso degli schemi in modo che possano essere riprodotte su larga scala. E per un’Organizzazione quale un’Impresa, un’Ente, una Pubblica Amministrazione cosa è alla base del suo funzionamento? Esiste un schema assimilabile a quelli che abbiamo precedentemente descritto? La risposta è affermativa, tale schema esiste e prende il nome di: Modello Organizzativo. Possiamo dire che il Modello Organizzativo è lo schema di funzionamento delle Organizzazioni, la rappresentazione di come svolgere i compiti per poter raggiungere gli obiettivi. Con molte rappresentazioni impattiamo quotidianamente, l’organigramma, i processi, le procedure operative, eppure spesso quando si parla di Modello Organizzativo troviamo difficoltà nel concretizzare tale concetto. Il problema risiede nel fatto che mentre le rappresentazioni a cui abbiamo accennato sono una visione parziale di un determinato aspetto dell’Organizzazione, il Modello Organizzativo vuole essere una visione completa ed integrata del suo modo di funzionare. Un Modello organizzativo per essere completo ed esaustivo deve poter rappresentare il funzionamento dell’organizzazione a vari livelli che devono rappresentare sia la visione strategica che quella operativa (fig B2a).
Un’Organizzazione, infatti, opera in un contesto socio economico dove interagisce con altri operatori per competere, allearsi o fornire prodotti/servizi. All’interno di tale contesto definisce le sue strategie e quindi individua quella che viene chiamata nicchia e stabilisce la sua missione ed i suoi obiettivi. Si autorganizza, a livello operativo, quindi, in termini di processi, di ruoli e di strutture organizzative. Decodifica gli schemi del Modello Organizzativo in norme interpretabili dagli uomini e crea il sistema informativo e di comunicazione (knowledge). Forma gli uomini affinché questi si attivino ed operino, in simbiosi con gli strumenti e le attrezzature, in conformità con quanto è stato definito a livello di Modello Organizzativo. Gli uomini apprendono, interpretano, eseguono le istruzioni ed imparano ogni volta che applicano la teoria nella pratica, trasformando la conoscenza in saper fare ( know-how). L’Organizzazione effettua un costante monitoraggio su come i suoi comportamenti siano accettati dal contesto ove operano ed attiva un continuo processo di revisione o reingegnerizzazione del proprio Modello Organizzativo. Un’Organizzazione, che governa il suo Modello Organizzativo, è in grado di gestire più facilmente il cambiamento come un processo naturale e continuo d’adattamento all’ambiente. Questa è, inoltre, in grado di controllare i suoi livelli d’efficienza e d’efficacia e quindi di conoscere costantemente la sua situazione interna ed esterna. Ciò le consente di decidere rapidamente e di rispondere proattivamente alle esigenze dell’ambiente ove opera. Un’organizzazione moderna deve essere in grado di gestire un ciclo continuo di miglioramento del proprio modo di funzionare in termini di sistema, attraverso la progettazione, il governo ed il monitoraggio del Modello organizzativo. Cos’è la Genetica d’Impresa (Corporate Genetics). Poiché tutti gli Organismi viventi hanno un DNA,
per proprietà transitiva, è ipotizzabile che anche l’Organizzazione ne abbia uno. Se si riuscisse a decodificarlo, analogamente a quanto sta
avvenendo nell’ambito del Progetto Genoma Umano, si potrebbero individuare i suoi geni
e cromosomi
che costituirebbero, nel loro complesso, il Knowledge dell’Organizzazione.
Su questo potrebbe essere basato, sempre per analogia, un
processo di clonazione
simile a quello della Polimerase
Chain Reaction nonché l’evoluzione dello stesso DNA
simulando in un laboratorio virtuale una modalità d’adattamento all’ambiente
simile a quella che avviene in natura. Come già detto, l’obiettivo è chiaramente ambizioso e non pretendiamo di dare una risposta completa ed esaustiva nell’ambito del programma di ricerca a cui questo testo si riferisce ma creare le basi per lo sviluppo di una nuova disciplina finalizzata al miglioramento ed alla evoluzione delle Organizzazioni: la Genetica d’Impresa (Corporate Genetics). Abbiamo notato che esistono una serie di analogie e di coincidenze fra gli obiettivi della Genetica d’Impresa (Corporate Genetics) e quelli che si pone la Genetica tradizionale. Se confrontiamo quello che fanno i Genetisti e gli Analisti d’organizzazione scopriamo parecchie analogie. Questi ultimi infatti, nello svolgimento del loro lavoro, rappresentano o tentano di rappresentare il funzionamento dell’Organizzazione attraverso degli schemi organizzativi (organizational patterns) e riconducono a questi una serie di variabili ed attributi che consentono di ricavare dalle diagnosi di merito: punti critici e punti di forza, calcoli sulle performance, simulazioni(what if analisis). Ciò è molto simile a quello che viene fatto nella Genetica molecolare. Naturalmente lo scopo di tale attività è quello di ottimizzare l’Organizzazione nel suo complesso o in talune delle sue parti attraverso la progettazione di un modello organizzativo più performante, rappresentabile con dei patterns organizzativi, che, nella maggior parte dei casi, nasce come un’evoluzione di quello oggetto dell’analisi. Anche in tal senso tale attività è simile a quella dei Genetisti che si occupano di scoprire le mutazioni genetiche intese in termini di malfunzionamenti o i processi che consentono di modificare i geni per ottenere generazioni di Organismi evolutive migliorative rispetto a quelle in essere. Se proviamo a definire l’Organizzazione in termini di sistema ci accorgiamo subito di quanto i concetti della genetica tradizionale siano vicini al mondo dell’organizzazione specie se questo viene affrontato attraverso un approccio sistemico e quindi olistico ed ecologico. Cosa si intende per
Organizzazione? Il termine può indicare l’insieme di attività che devono essere svolte in un contesto complesso per renderlo ordinato e gestibile. Spesso con lo stesso si sottintendono le metodiche che sono necessarie a progettare modelli teorici che poi devono trovare applicazione pratica nel mondo reale. Nella accezione più ampia del termine si intende l’insieme di risorse finanziarie, umane e strumentali che, coordinate e finalizzate, si propongono di raggiungere un determinato scopo. A sua volta questo può essere profit o no profit e quindi riguardare indifferentemente Imprese, Enti o Pubbliche Amministrazioni. Tale tipo di interpretazione è quello che a noi piace di più in quanto rende evidente il concetto che ogni Entità Organizzata brucia risorse finanziarie ed ha bisogno di un modello di funzionamento (strutture, processi e regole), schema o pattern, per finalizzare tutte le risorse agli obiettivi che si intendono perseguire. In sintesi un’Entità organizzata si pone degli obiettivi e crea una sua Organizzazione per raggiungerli. L’Organizzazione è quindi la rappresentazione del suo modello di funzionamento formale.
Come qualsiasi liquido assume forme diverse a seconda della forma che lo contiene, così l’Organizzazione incapsula risorse di quantità e qualità diverse in uno schema. Natura e numero delle risorse devono essere scelte in funzione degli obiettivi. E’ quindi consequenziale che uno schema o pattern organizzativo è di per sé rappresentativo di una certa realtà, nonché costituisce il disegno di una tipologia di organizzazione, ne caratterizza gli obiettivi, il modo di funzionare, i requisiti, i vincoli interni ed esterni. Naturalmente anche se all’interno di un pattern organizzativo inserissimo lo stesso tipo e lo stesso numero di risorse, sicuramente non otterremmo lo stesso risultato. L’Organizzazione e molto probabilmente le politiche commerciali, i prodotti risultanti dei processi produttivi sarebbero notevolmente diversi. Ciò è tipico degli Organismi Complessi. Il pattern organizzativo costituisce l’interpretazione che ogni singola Organizzazione dà del suo modo di funzionare all’interno di un determinato contesto e delle esigenze che intende coprire. Ciò non significa che il pattern riproduca un modello di funzionamento ottimale. Possiamo dire che se l’Organizzazione inventa e disegna sé stessa propone un modello di funzionamento soggettivo e quindi limitato sicuramente in termini di confronti all’esperienza ed all’inventiva interna ed alla sua propensione ad investire in termini di marketing e di osservatorio permanente di mercato. A questo punto possiamo provare a formulare l’ipotesi di cosa possa essere la Genetica d’Impresa (Corporate Genetics) e cosa rappresenti, nell’ambito di questa, l’Ingegneria Genetica d’Impresa (Corporate Genetics Engineering). l’Ingegneria Genetica d’Impresa (Corporate
Genetics Engineering) è l’insieme delle metodologie dei linguaggi e
dei sistemi necessari ad analizzare, modificare o progettare in parte o nella
loro interezza Organizzazioni Complesse. Possiamo anche considerare la Genetica d’Impresa (Corporate Genetics) come un naturale sviluppo ed applicazione della teoria evolutiva e delle teorie contingenti (vedi “cenni sulle teorie organizzative – le teorie contingenti, le teorie evolutive”) e quindi della metafora biologica da cui, almeno concettualmente, discende. Rispetto a queste la Genetica d’Impresa (Corporate Genetics) vuole perfezionare i loro principi applicarli ed allargarli sulla base della teoria della complessità e delle scoperte della biogenetica nonché degli ultimi sviluppi in fatto di organizational integrated models, di workflow management systems, di project management systems e di metodology systems; si pone inoltre l’obiettivo di creare una teoria moderna e concreta dotata di metodologie e sistemi che risultino una modalità ed una tecnica operativa per l’analisi, la progettazione, la gestione, lo sviluppo naturale e la distribuzione di modelli organizzativi complessi. la Genetica d’Impresa (Corporate Genetics) non vuole contrapporsi alle altre scuole di pensiero (classica, motivazionalista, fenomenologica e cognitivista, transazionale, neoistituzionalista) ma integrarle in un approccio scientifico, completo, sistemico, olistico ed ecologico. Nella Genetica d’Impresa (Corporate Genetics) tutto deve assumere significato e valenza scientifica e soprattutto attitudine a poter essere applicato sia come approccio generalizzato sia come strumento operativo di ricercatori, consulenti, Società di consulenza ed Organizzazioni in genere. Non pretendiamo di essere esaustivi sull’argomento, consapevoli della sua vastità, ma di dare un contributo teorico-applicativo all’esplorazione di una nuova via basata su una visione moderna e scientifica dell’organizzazione che non rinneghi ma anzi valorizzi la storia e la tradizione delle teorie organizzative ed utilizzi le moderne tecnologie dell’ICT. Obiettivi della Genetica d’Impresa.
Il pattern scelto dovrebbe essere utilizzato come base
per la progettazione organizzativa che dovrebbe, a sua volta, creare un nuovo
pattern della specifica Organizzazione (istanziazione del
Pattern). Naturalmente il nuovo pattern progettato dovrebbe essere messo a disposizione, anche se in modo anonimo, della biblioteca in modo che possa essere utilizzato da altre Entità Organizzative (riuso del pattern). Ma una biblioteca di questo genere non esiste almeno su
scala industriale come non esiste un linguaggio idoneo a standardizzare la
comprensione dei modelli organizzativi da parte degli addetti e non addetti ai
lavori. Di fatto, a parte gli investimenti necessari e le difficoltà tecniche progettuali esistono i seguenti problemi:
A meno di questi vincoli è evidente che emergono delle
forti correlazioni logiche fra il mondo dell’ingegneria dell’organizzazione
e quello della genetica tradizionale. E’ da considerare che nella Genetica tradizionale
alcuni vincoli sono stati superati e per altri si sta verificando se e come
eventualmente superarli. Il mantenimento di alcune posizioni di pensiero, infatti,
potrebbe penalizzare la ricerca e quindi la scoperta di soluzioni vitali per il
progresso del genere umano. Ciò sta
avvenendo nonostante il fatto che nella genetica tradizionale siano presenti
vincoli morali e religiosi che non sempre è facile e corretto rimuovere. A maggior ragione, se si percepissero i vantaggi che
potrebbero derivare alle Organizzazioni dallo sviluppo della Genetica
d’Impresa (Corporate Genetics), molti dei vincoli precedentemente esposti
sarebbero superati specie se si considera che non sono presenti implicazioni
morali o religiose. Proviamo ad immaginare modelli d’impresa quali veri e
propri Genomi d’Impresa (Corporate Genomes) standard o ad alta
innovazione distribuiti per tramite della rete come già avviene nella genetica
tradizionale. Ciò indurrebbe la nascita di nuove imprese specializzate nella
ricerca e nella nella produzione di Genomi d’Impresa (Corporate Genomes)
per l’appunto le: Corporate Genetics Enterprises. Se poi consideriamo i Consulenti, le Aziende di
consulenza e le Organizzazioni queste opererebbero basandosi sui Genomi
d’Impresa (Corporate Genomes). Poichè l’Organizzazione è attiva su cinque piani fondamentali, strategico, progettuale, di pianificazione, operativo e di controllo i metalinguaggi in questione dovranno essere in grado di rappresentare i comportamenti dell’Organizzazione per ognuno di questi, assicurando nel contempo coerenza, integrazione e unicità di dati ed informazioni. Lo scenario che potrebbe prospettarsi è originale ed innovativo. Imprese pubbliche e private potrebbero dedicarsi alla ricerca così come avviene nella Genetica tradizionale creando dei Corporate Genetics Research Labs. Altre Organizzazioni potrebbero specializzarsi nella progettazione e realizzazione di sistemi per la Genetica d’Impresa (Corporate Genetics Modeling Systems) altri ancora nella produzione e distribuzione di Dn@ d’Impresa (Corporate Genoma Engineering & Distribution Center). Il tutto potrebbe, nel momento stesso in cui si generassero e adottassero degli standard, creare un network specializzato per l’organizzazione (Corporate Genetics Knowledge Network) dove ogni nodo è costituito da un centro di competenza specializzato su una determinata tipologia di DNA d’Impresa (Corporate Genoma Competence Center). In tale ambiente virtuale i modelli potranno evolversi
simulando ciò che avviene nel mondo reale per le organizzazioni attraverso
stimoli ed eventi possibilmente attivati direttamente dal mercato in modo da
sviluppare automaticamente in vitro un processo di evoluzione
parallelo rispetto a quello che impone nel quotidiano il contesto
socio-economico.
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